Maternità riconosciuta per avanzamento professionale

La notizia ha fatto il giro d’Italia. La Corte d’appello di Venezia ha accettato il “riscatto” del periodo di astensione dal lavoro delle donne per il periodo di maternità, ai fini dell’avanzamento di carriera. Nessuna eccezione nemmeno per il periodo di allattamento e congedo parentale.

È una conquista per le lavoratrici e rimane alla storia come riconoscimento alla professionalità e alla carriera delle donne. La sentenza 841/2018 emessa a Venezia fa riferimento al contratto nazionale del lavoro per il personale di terra del trasporto aereo e delle attività aeroportuali, ma ha già assunto respiro nazionale e ben più ampio.

Una sentenza che si fonda su due punti nodali. Il primo è lo sbagliato punto di vista sul contratto nazionale da parte del datore di lavoro. Secondo quest’ultimo, la contrattazione collettiva applicabile fa riferimento semplicemente al requisito dell’effettivo servizio – che esclude l’astensione dal lavoro per maternità o congedo parentale – e che quindi non prevede che una donna che si assenta dal lavoro per maternità non può raggiungere un avanzamento di carriera.

Il secondo punto è relativo al fatto – secondo la corte d’appello – che esiste un controsenso nel comportamento discriminatorio attuato dal datore di lavoro. I periodi di malattia, infatti, vengono inclusi – nonostante consistano in periodi anche lunghi di astensione dal lavoro – nel conteggio per l’avanzamento di carriera.

L’atteggiamento discriminatorio attuato dal datore di lavoro ha creato un precedente importante, confermando la sentenza della Corte UE in tale materia.